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Post N°19
Nel ultimo post abbiamo rappresentato il percorso della femminilizzazione come un mosaico dove ogni pezzo finisce in un posto ben definito. Quando diciamo “Resa del Maschio” ci riferiamo al maschio che abbiamo nel nostro essere più profondo insieme alla nostra parte femminile che cerca di uscire in superficie ma che la nostra parte maschile reprime in modo deciso, per motivi già più volte commentati. Quando la nostra parte femminile ha la meglio, pezzi del nostro essere maschile vengono messi a dura prova ed in molti casi vengono sconfitti dalla nostra femmina interiore. Cosi quando scopriamo che il nostro lato B ci regala piacere, la nostra sicurezza del piacere maschile si arrende e scopre nuove forme di godimento della nostra sessualità, è una resa di fronte al piacere fisico come femmina, stessa sorte per la nostra visione estetica del maschio che c’è in noi. Quando si ricorre al travestimento non è altro che una resa della visione estetica che abbiamo di noi come maschi. In molti casi il percorso della femminilizzazione si interrompe in questo punto e si trova serenità nonostante il percorso non sia finito, ma certamente la resa del maschio interno non è stata raggiunta.
Per chi già ha letto altri post avrà capito benissimo che la resa finale è quando ci arrendiamo di fronte a un uomo-maschio. Ma per quale motivo è cosi difficile arrivare a questo punto. Quando si parla di resa, è una parola poco piacevole in generale, a nessuno piace la resa è sinonimo di sconfitta, siamo stati educati per la vittoria, la vittoria su altri uomini e soprattutto sulla donna. Questa educazione è cosi martellante che molte donne assimilano questa mentalità vincente è si comportano come maschi, fanno fatica ad essere femmine. C’è da chiedersi se uno dei motivi per cui un uomo sceglie il percorso della femminilizzazione, è per l’effetto opposto dall’educazione che ha ricevuto, come una specie di ribellione interiore a qualcosa imposto dall’esterno o dall’alto. Un po come chi educa i propri figli in un certo modo e poi si ottiene l’esatto contrario.
Il concetto di resa che abbiamo sviluppato, non è una resa permanente, è una resa temporale che dura per il tempo che due uomini decidono di darsi affetto nella loro intimità. E’ una specie di tregua del nostro essere maschio, finita la tregua si ricomincia come prima. Chi è per la resa totale o permanente è perché ha deciso di diventare donna, abbiamo più volte sottolineato la differenza tra donna e femmina per chi si scopre uomo passivo.
E’ difficile d’accettare che per raggiungere la femminilizzazione bisogna che il nostro maschio interiore si deva arrendere ma è l’unica via per superare la soglia per diventare uomo-femmina o passivo totale, è un po come prendere la laurea, dopo di che, inizia un nuovo percorso fatto di nuove esperienze, di maturità e di stabilità della nostra parte femminile. Da cosa si capisce che c’è un salto di qualità? Direi sopratutto nel superamento de certi vincoli estetici. Prima della resa del maschio abbiamo molti pregiudizi sul nostro primo uomo: non deve essere peloso, ne anche per sogno con baffi o barba, niente pancia, deve essere quello giusto, bello, ecc. Dopo la resa questi pregiudizi cadono quasi completamente, anzi, forse cominciano a piacere gli uomini pelosi, tarchiati, bruttini, baciare un uomo con i baffi ci fa sentire più femmina. La qualità fondamentale che deve avere l’uomo-maschio è che sia consapevole che si trova davanti a una persona che si è arresa a lui e deve essere rispettata per questa sua scelta, è una persona che ha bisogno di tanto affetto ed uno si augura che questo affetto potrà durare nel tempo.
Ringrazio la lettura ed eventuali commenti che possano aiutare a chiarire e sviluppare questo concetto di resa del maschio interiore per dare vita alla femmina che abbiamo nel nostro essere più profondo. Grazie.
Le tue riflessioni sono sempre molto belle e sicuramente a me aprono un modo nuovo di vedere il mio cammino di scoperta. Ho sempre associato l’attrazione per un uomo con l’essere necessariamente gay e quindi ho sempre letto il mio non sentirmi attratta da un uomo maschio per il fatto che non mi definisco gay. Innanzitutto mi scuso se utilizzo in modo improprio alcuni termini: vi assicuro che non è mia intenzione offendere qualcuno. E quindi fino ad oggi mi difendo dietro al fattore estetico come hai giustamente sottolineato tu: fuggo dal tassello ultimo perchè alla perenne ricerca del cosiddetto maschio giusto (in pratica il solito Brad Pitt sognato da tutte le donne…). Beh.. forse questo accade perchè ancora il mio maschio interiore non intende arrendersi completamente all’io femmina… Questa per me è una nuova prospettiva nella quale cercare di rileggere la mia esperienza e mi da la convinzione che sia necessario il mio pormi dinnanzi ad un uomo (anche solo per un caffè ed una passaggiata) creare una complicità con lui per iniziare a permettere la resa del mio io maschile… resa che sarà poi realmente completa nell’atto sessuale…
Grazie Vanessa per il tuo bellissimo intervento. Sicuramente il Brad Pitt della situazione ti deluderà, importante trovare una persona che ti rispetti, che non ti metta fretta e sia in grado di darti affetto. Trovo l’etichette disgustose, sono usate per semplificare, speso da persone stupide. Sai anche un caffè e una passeggiata con un uomo ti renderà femmina per il fatto che farete qualcosa che riguarda solo voi due. Grazie ancora, sono molto piacevoli i tuoi commenti.Grazie.
Ciao, trav anche io, credo che la resa del maschio sia inevitabile per trovare la serenità; è l’unico modo per far si che emerga la nostra vera natura ed indole e quando ci abbandoniamo a un vero maschio, inevitabilmente capiremo che il nostro ruolo è quello di far godere un vero uomo e che siamo molto più naturali sotto a un uomo che sopra ad una donna anche se siamo sposati o fidanzati.
Ciao Ivan,
grazie per il tuo commento, anzi direi che è stata una vera collaborazione da come ti sei espresso e testimoniato quello che sente un uomo passivo. Dopo molti anni alla ricerca di poter esprimere un sentimento, spesso ignorato, possa venire alla luce in qualche modo. Solo dopo aver vissuto l’esperienza con un altro maschio ci rendiamo veramente conto che il nostro orgoglio di maschio si è arreso per dar vita a un’altro modo di vedere le cose. Grazie ancora e speriamo che sia un: a presto.
R.