4 Responses

  1. at |

    Le tue riflessioni sono sempre molto belle e sicuramente a me aprono un modo nuovo di vedere il mio cammino di scoperta. Ho sempre associato l’attrazione per un uomo con l’essere necessariamente gay e quindi ho sempre letto il mio non sentirmi attratta da un uomo maschio per il fatto che non mi definisco gay. Innanzitutto mi scuso se utilizzo in modo improprio alcuni termini: vi assicuro che non è mia intenzione offendere qualcuno. E quindi fino ad oggi mi difendo dietro al fattore estetico come hai giustamente sottolineato tu: fuggo dal tassello ultimo perchè alla perenne ricerca del cosiddetto maschio giusto (in pratica il solito Brad Pitt sognato da tutte le donne…). Beh.. forse questo accade perchè ancora il mio maschio interiore non intende arrendersi completamente all’io femmina… Questa per me è una nuova prospettiva nella quale cercare di rileggere la mia esperienza e mi da la convinzione che sia necessario il mio pormi dinnanzi ad un uomo (anche solo per un caffè ed una passaggiata) creare una complicità con lui per iniziare a permettere la resa del mio io maschile… resa che sarà poi realmente completa nell’atto sessuale…

  2. Ivan
    at |

    Ciao, trav anche io, credo che la resa del maschio sia inevitabile per trovare la serenità; è l’unico modo per far si che emerga la nostra vera natura ed indole e quando ci abbandoniamo a un vero maschio, inevitabilmente capiremo che il nostro ruolo è quello di far godere un vero uomo e che siamo molto più naturali sotto a un uomo che sopra ad una donna anche se siamo sposati o fidanzati.

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