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Post N°15
Dopo tutto quello detto fino qui, abbiamo stabilito che stiamo parlando di una personalità molto complessa, la personalità di un uomo con due realtà opposte, quella da uomo-attivo(maschio) e quella da uomo-passivo(femmina). Questa realtà apparentemente conflittuale, può esserlo o no, sicuramente lo è in una persona che ancora non ha affermato il suo lato femminile e che si trova con tanti dubbi e paure. Come è stato detto, il percorso verso la femminilizzazione può essere lungo e pieno di conflitti e difficoltà. La principale causa di questi conflitti e difficoltà nascono per cause esterne e non legate al proprio ego.
Cause legate a:
- la cultura della propria realtà sociale, religiosa, familiare;
- la mancanza di informazione;
- la mancanza di preparazione delle strutture sanitarie;
- la paura del giudizio altrui.
C’è ne saranno tantissime altre, essere in conflitto con noi stessi in questo percorso direi che è più che naturale, sentiamo che un altra personalità vuole prendere possesso di noi e lottiamo perché questo non accada, siamo nati maschi e siamo cresciuti come tali. Certe volte riusciamo a nascondere questa personalità ma il richiamo è troppo forte. Quando siamo sereni e spensierati, il richiamo si fa molto intenso e percepiamo che lasciarsi andare verso la nostra personalità femminile ci da serenità e un senso di pace con noi stessi. E’ chiaro che quanto più all’inizio di questo percorso uno si trova, più forte è il conflitto e non verrà mai risolto se uno lo reprime e sicuramente peserà sulla nostra personalità. Accettare questa doppia personalità, credo sia l’unico modo di poter risolvere questo conflitto, significa che la nostra parte femminile si stabilizzi, e per farlo non dobbiamo diventare donne, come già detto in più di una occasione, ma lasciando uscire la nostra personalità femminile in consapevolezza di ciò che si fa e in modo razionale. Concederci ad altri uomini ci aiuta a consolidare questa personalità nascosta, dare e ricevere affetto da un altro uomo ci porta a uno stato di serenità con noi stessi.
Il fatto di avere rapporti con un altro uomo no significa di aver raggiunto la femminilità, questo stato è più mentale che fisico, direi che avere rapporti con un altro uomo ci aiuta a raggiungere la femminilità fisica durante il rapporto perché uno concede il proprio corpo al piacere di un altro uomo. Dove è la differenza, essenzialmente lo stato di passivo totale è quando uno si concede senza chiedere niente in cambio, non importa se si arriva all’orgasmo è suficiente solo avere la possibilità di essere femmina durante il poco tempo che abbiamo durante un rapporto, spesso uno dimentica il proprio membro maschile, e come abbiamo detto nel post precedente, quanto più uno dimentica il proprio membro più a lungo rimane femmina e questo stato ci regala serenità e la fine di un conflitto apparentemente impossibile da risolvere.
Risolvere questo conflitto nel modo descritto sopra non è facile, soprattutto perché bisogna coinvolgere un altra persona, per molti sarebbe follia pura e impraticabile. Molti scelgono una via di mezzo, che potrebbe regalare anche una certa serenità, si ricorre al travestimento, alla masturbazione, ad incontri a distanza via internet o cellulare. In ogni caso ognuno ha i propri limiti, prima o poi si trova la strada, si può anche vivere in eterno conflitto, ma non credo sia la cosa più bella, anche perché come ho detto: questi conflitti non nascono per cause che ci appartengono.
Abbiamo già parlato delle cause che ci portano a questo tipo di comportamento, possiamo chiamarle cause interne quelle che stanno all’origine, ma queste non ci creano conflitto. Credo siano solo le cause ambientali quelle che ci fanno soffrire.
L’argomento è assai complesso, se qualcuno volesse apportare delle nuove idee, certamente è benvenuto sarà piacevole leggere nuovi commenti. Grazie per la lettura.